La psicologia del benessere o counseling si occupa primariamente di migliorare la qualità della vita, questo è possibile supportando il cliente con il fine di favorire il raggiungimento di traguardi personali, siano questi di tipo personale, relazionale o lavorativo oppure attraverso il sostegno in fasi della vita fortemente stressanti come licenziamenti, lutti, separazioni o ricollocamenti professionali.
Quali sono le differenze tra psicologia del benessere e psicologia clinica? La differenza più marcata riguarda il “punto di partenza” del cliente:
- Nella psicologia del benessere il cliente decide di iniziare un percorso per migliorare alcuni aspetti della propria vita, siano questi affettivi, relazionale o lavorativi. Nella stragrande maggioranza dei casi è più corretto parlare di disagio che di sintomo, quando il disagio è presente questo è ben gestito e limitato a determinate situazioni. La scelta di iniziare un percorso è dettata dalla voglia di migliorarsi e divenire più efficaci. La psicologia del benessere comprende quindi una vasta gamma di interventi finalizzati a sostenere, orientare e sviluppare le potenzialità del cliente. Questo processo è possibile promuovendo atteggiamenti attivi, propositivi e stimolando le capacità di scelta.
- Nella psicologia clinica le difficoltà o la sintomatologia che il cliente porta hanno fortemente minato la qualità della vita, delle relazioni o del lavoro. Queste difficoltà spesso vanno ad inficiare diversi aspetti, il cliente non riesce a gestire autonomamente quanto gli accade, la sofferenza è elevata e la vita “ruota” intorno al problema. L’intervento dello psicologo deve essere quindi maggiormente strutturato, finalizzato alla riduzione di comportamenti disfunzionali o di una serie di sintomi. In ambito clinico lo Psicologo può valutare l’invio ad altri professionisti come Psichiatri o Psicoterapeuti al fine di favorire la risoluzione del problema.